domenica 29 luglio 2012

Agro Hirpus


Il blog Hirpus, data la grave situazione in cui versa l’agricoltura irpina e l’ambiente dell’intera provincia in generale, ritiene opportuno contribuire alla risoluzione dei suddetti problemi promuovendo una propria iniziativa denominata Agro Hirpus.

La presente iniziativa si pone i seguenti obiettivi:

1) difendere e promuovere l’agricoltura biologica autoctona;

2) difendere e promuovere l’ambiente del territorio provinciale.

Questi due obiettivi si ritiene che si possano perseguire, oltre che con una ferrea e costante denuncia di tutti i casi che minacciano la salubrità dell’ambiente della provincia e le colture praticate in Irpinia, in particolar modo promuovendo tutta quella serie di iniziative capaci nei fatti di difendere e accrescere la qualità dell’agricoltura e dell’ambiente della nostra terra.

È inevitabile, perseguendo realmente i succitati obiettivi, la totale opposizione alla disumanità che ha condotto la nostra agricoltura e il nostro ambiente all’attuale stato di degrado. Ne consegue che l’unico modo opportuno di procedere sia quello di rispettare la logica propria della natura dell’essere umano, caratterizzata dalla necessità di rispondere ai bisogni di identità, di solidarietà e soprattutto di libertà in maniera autentica, perché tale modalità permetterà di costruire un’effettiva armonia con l’ambiente che ospita gli esseri umani.

Quindi, ciò comporta l’estraniarsi da qualsiasi compromesso con la logica disumana e i suoi agenti, una logica che è fondata sulle colonne della falsità e della violenza, maniacalmente affetta dalla sindrome del controllo a tutti i costi, producendo i risultati che oggi sono dinanzi a tutti, in particolar modo si pensi alle tecniche di manipolazione genetica, all’uso di pesticidi e alle famigerate scie anomale (più comunemente conosciute come scie chimiche).

Inoltre, è necessario estraniarsi dal compromesso con enti pubblici e privati che sono espressione di disumanità, tentando di formare nuovi aggregati di cittadini irpini che puntino, allora volta, alla formazione di enti con una forte prerogativa umanista nel raggiungere gli obiettivi che qui si pone Agro Hirpus

domenica 22 luglio 2012

Borsellino ucciso dalla “trattativa tra massoni”


Continuare ad insistere che dopo venti anni dall’attentato di via D’Amelio non ci sia ancora ufficialmente un perché a quella strage è francamente inaccettabile. Nonostante i fatti inerenti le trattative tra lo Stato e la mafia dei primi anni Novanta abbiano ampiamente accertato quanto sia accaduto, tutti gli attori che oggi sono impegnati a commemorare la scomparsa di Paolo Borsellino operano per seppellire una verità che da anni ormai si è affermata con forza.

Parenti di Borsellino, associazioni che dicono di opporsi alla mafia, ma che promuovono la logica massonica, i politici e gli stessi magistrati sono oggi tutti indaffarati a nascondere il perché Paolo Borsellino è stato ucciso, e soprattutto da chi, chi sono stati i reali mandanti di quella ennesima strage all’italiana.
L’accusa è certamente grave, ma è supportata, come sempre da fatti, da atti ufficiali, nello specifico ci si riferisce alle denunce presentate dal Generale Antonio Pappalardo che sono cadute più volte nel vuoto, letteralmente ignorate dalla magistratura.

Eppure, Pappalardo ha delle cose interessanti da dire, quelle del Generale potrebbero essere delle dichiarazioni estremamente rilevanti ai fini dell’inchiesta sulla trattativa tra Stato e mafia, e del collegamento tra quest’ultima e la strage di via D’Amelio; e ancor più interessante sarebbero sicuramente i legami che emergerebbero tra mafiosi, politici e massoni nostrani e internazionali.
A tal proposito, proponiamo le dichiarazioni del Generale dell’Arma (nel video presente in questo articolo che si consiglia di ascoltare per intero), in cui riporta la sua vicenda personale degli anni delle stragi, gli impliciti legami massonici tra i vari organi dello Stato, e in maniera molto esplicita che Borsellino fu ucciso perché si oppose a quella che oggi è ufficialmente definita la “presunta trattativa tra Stato e mafia”.


Si potrebbe rispettare la memoria di una persona come Borsellino evitando tante chiacchiere inutili ed ipocrite, tante manifestazioni vuote, e soprattutto iniziando ad abbandonare quei atteggiamenti disumani a cui si è tanto abituati, affrancandosi dalla logica del compromesso, cacciando la testa dalla sabbia, finendo di fare le pecore, i caporali e provare ad essere ciò che semplicemente si è: degli esseri umani; ma per farlo bisogna avere il coraggio che ha dimostrato Paolo Borsellino!
Hirpus

Intimidazioni inutili!


La denuncia di quanto in realtà accade in merito al fenomeno del cinipide del castagno in Irpinia ha prodotto delle conseguenze abbastanza serie. Nello specifico ci si riferisce al fatto, di natura sicuramente “casuale” com' è consuetudine in questi casi, che alcuni giorni dopo la pubblicazione dell’articolo in questione, il fondo di proprietà della famiglia di chi scrive, nel quale da alcuni anni si sta lavorando per tentare di sviluppare un frutteto di castagni di nuova concezione, sia stato oggetto dell’ennesimo incendio doloso.

Tre anni di lavoro e migliaia di euro sono andati letteralmente in fumo, solo perché chi è protagonista  della truffa del cinipide non poteva che rispondere com’è più consono alla propria natura disumana.
L’atto criminale ha prodotto allo stesso tempo un doppio danno, perché non solo ha bruciato migliaia di metri quadri di terreno montano già coltivato con nuove piantine di castagno, ma ha anche inferto un duro colpo ad un progetto che ha intenzione di costruire una reale alternativa all’attuale gestione camorrista della coltura del castagno in Irpinia.

Ma nonostante i danni prodotti, queste intimidazioni non interromperanno l’attività di denuncia di questo blog, né tanto meno fermeranno il progetto poc’anzi citato.

A dispetto di quanto sostengono in molti, chi tenta di portare avanti iniziative di questo tipo non si arrende davanti agli ostacoli, perché abituato a scavalcarli e ad andare avanti.
Tentare di costruire delle alternative, serie, che siano autentiche implica necessariamente fare i conti con una struttura e relativi tirapiedi che si opporranno in tutti i modi possibili ed immaginabili; quindi si è messo già in conto le reazioni dei disumani.

Il continuo aggravarsi della situazione, sia in generale riferendosi al sistema sociale nel suo complesso e sia nel particolare riferendosi all’ambito agricolo-ambientale irpino, determina la giusta reazione ad opporsi a tutto ciò e a continuare ad andare avanti e ad insistere, perché convinti dell’umana bontà della propria azione!

Hirpus

lunedì 25 giugno 2012

Cinipide del castagno: la truffa continua!


In merito alla questione del cinipide del castagno (questo è un imenottero che determina la formazione di galle sui castagni causando una drastica diminuzione dei frutti e nei casi più estremi causa la morte della stessa pianta) sono state spese molte parole, si sono tenute innumerevoli conferenze, varati i più disparati interventi, ma nessuno ha voluto, come sempre, limitarsi ad evidenziare la realtà dei fatti, e cioè che una risorsa strategica per l’intera Irpinia come le castagne sono state sistematicamente poste sotto attacco e che, in tale meschino intervento, c’è stato ed è in atto un’infame speculazione.



Le castagne da millenni caratterizzano un ampio territorio della nostra provincia ed in alcuni casi sono persino espressione di altissima qualità, rinomate in tutto il mondo, si pensi alle castagne di Montella; in tempi di guerre e di povertà estrema le castagne sono state il pane degli irpini; ma oggi non si esagera a definire le castagne irpine un frutto a rischio estinzione. Questo “splendido risultato” è stato perseguito e ottenuto dai soliti attori che, fedeli come sempre solo ed unicamente alla loro logica disumana, hanno operato in piena sintonia per privare il popolo di qualcosa che molti (francamente sbagliando) ritengono ormai superfluo.

L’Unione Europea, il Ministero per le politiche agricole e quello per la salute, i vari assessorati all’agricoltura, sia a livello regionale, che provinciale e locale, i vari ispettorati agrari, le facoltà d’agraria di numerose università nazionali e persino molti castanicoltori stessi si sono resi protagonisti di un autentico crimine. Ma cercando di andare per ordine, si inizia col ricordare come una patologia ben nota da oltre trenta anni, come quella del cinipide del castagno, sia stata fatta volutamente introdurre in Italia alla fine degli anni Novanta. E sempre omettendo qualsiasi efficace intervento per contenerne la diffusione (cosa più che fattibile se solo ci fosse stata un’effettiva volontà politica), la patologia in questione è giunta anche in Irpinia.

Come in qualsiasi altro luogo dove è giunta l’immane bestia, anche in Irpinia si sono susseguite le fasi di un’iniziale disperazione, poi di una prima reazione con il mobilitarsi dei più svariati attori politici e non, tutti pronti ad ergersi come i difensori dell’agricoltura locale, poi sono susseguiti gli interventi e la verità in merito alla questione del cinipide si è palesata in tutta la sua franchezza.

Il reale obiettivo di chi si nasconde dietro l’Unione Europea è molto chiaro, annientare l’agricoltura biologica; e una patologia come quella del cinipide rappresenta uno dei modi classici per colpire, mediante una serie di meccanismi anonimi, l’agricoltura sana e, allo stesso tempo, la salute delle persone. Si afferma ciò perché come sempre operano i disumani, dietro ad una parvenza di bontà, che nel caso in questione è costituito dalla lotta biologica con l’introduzione di un insetto antagonista (un altro imenottero, il torymus sinensis, che si alimenta di cinipide), allo stesso tempo il Ministero della salute ha consentito che i castagni fossero trattati con dei prodotti altamente tossici come il Karate Zeon (la cui efficacia effettiva nella lotta al cinipide è pari allo zero e le relative procedure per far rientrare tale prodotto tra quelli consentiti è stata una totale forzature degli atti normalmente previsti dalla legge); ed inoltre, in altra sede lo stesso ministero ammette l’elevata incidenza tumorale del prodotto in questione.

Ma ciò è stato solo l’inizio, perché con l’autorizzazione da parte del Ministero per un unico e solo trattamento si è scatenata, da parte di innumerevoli castanicoltori locali, un’azione selvaggia con l’impiego massiccio dei suddetti prodotti fitosanitari, spesso acquistati sul mercato nero e utilizzati senza le dovute precauzioni. Il risultato, nei peggiori dei casi, è stata la morte delle piante di castagno, la morte di una parte consistente degli insetti impollinatori e degli insetti inibitori, e l’aver reso il relativo sottobosco un campo di morte.

A tutto ciò si aggiungono l’ennesime truffe sia in merito ai fondi stanziati dagli enti pubblici per contrastare il cinipide, che sistematicamente vanno a finire ai soliti commercianti pseudo castanicoltori che pubblicamente si vantano di aver trattato con i prodotti precedentemente citati le proprie piante (e poi le spacciano sul mercato come prodotto biologico); e sia per ciò che riguarda il mercato degli insetti inibitori, dove si registra di fatto un monopolio che consente di speculare in maniera indegna.

Oggi, non contenti di quanto realizzato fino a questo punto, sempre i soliti protagonisti di questo crimine si stanno preparando per l’ennesima truffa, giusto per annientare quanto si è riuscito a salvare fino adesso. Nello specifico, a detta dell’assessore all’agricoltura della Regione Lazio esiste un fungo che già è presente in natura e che oltre ad attecchire sulle castagne sarebbe in grado di attaccare anche le galle del cinipide del castagno, e si vorrebbe provare ad intervenire su tale fungo aumentandone la sua azione, anche se non si comprende bene come poi si possano salvare le castagne e far attaccare da questa mussa le sole galle. Alcuni sostengono che con un’azione combinata tra mussa e ciò che dovrebbe annientare la stessa, se eseguiti in specifici periodi e particolari modalità si possa avere un risultato accettabile, pur dovendo sottoporre a continui trattamenti le piante di castagno, e in questo consisterebbe la nuova truffa, condannare in un modo o in un altro la coltura del castagno al costante trattamento chimico. Si vedrà, certo è che qualcosa bolle in pentola, e i precedenti non fanno ben sperare, ma soprattutto i funzionari dei vari enti pubblici continuano ad avere un comportamento molto strano in merito a queste notizie, che fanno fatica a trapelare e sono, come sempre, ben celate e condivise con i soli soggetti che andranno a beneficiare dei cospicui fondi stanziati per i vari interventi previsti.

Comunque, lo scenario nel suo complesso è francamente tragico, ma è doveroso reagire e tentare di preservare i castagni e il suo nobile frutto. Tra le poche certezze, in questo clima di mistero, è che bisognerà cambiare le modalità di gestione dei frutteti in maniera tale da consentire agli operatori di intervenire con maggiore facilità e mantenere viva la tradizione della coltura biologica della castagna irpina. Inoltre, è opportuno affrancarsi dalle istituzioni e da quei privati che non hanno mai compreso il reale spirito e valore identitario insito nella coltura della castagna, ma anzi si sono resi sempre protagonisti di condotte poco onorevoli, basti pensare all’espressione: “Castagne lavorate a Montella”, che esprime la falsità e la violenza proprie di chi ha una natura disumana.

Hirpus

domenica 17 giugno 2012

I servizi sociali in Irpinia


La drammatica situazione in cui versa la nostra provincia in questo periodo, conferisce maggiore risalto allo stato di totale degrado dei servizi sociali irpini. Un ambito questo caratterizzato sin dalle sue origini da specifici elementi quali: la corruzione, gli abusi di potere, i favori e dalla totale incapacità dei dirigenti e degli operatori impiegati nella varie strutture;  perché la sua reale funzione non è stata e non è, paradossalmente, quella di fornire un supporto a tutti coloro che hanno un effettivo bisogna, ma invece è quella di contenere e aumentare lo stato di necessità di tutti coloro che vivono un particolare disagio, in un sistema sociale che è basato sostanzialmente sul principio dell’escludere e non dell’includere.

Partendo dal quadro normativo che disciplina le varie attività che rientrano nei cosiddetti servizi sociali, dalla carta costituzionale fino alle ultime leggi approvate in materia, la situazione sembrerebbe più che buona, ma la realtà nega integralmente quanto previsto dalla legge. Principalmente sulla base della scusa della cronica mancanza di denaro, la stragrande maggioranza degli interventi previsti dalla legge non sono realizzati. E già il fatto che il famigerato “Stato sociale” debba dipendere da un meccanismo economico monetario fondato sul debito e sull’interesse, la dice tutta sull’effettivo boicottaggio sistemico dei servizi sociali.  Ma al di là degli aspetti generali della questione, quelli che fanno più orrore sono gli aspetti specifici con cui le persone finiscono col rapportarsi quotidianamente, quando vivono determinati tipi di problemi. In particolare ci si riferisce agli operatori e i dirigenti che si permetto di speculare sulla disperazione chiedendo dei “regali” per realizzare ciò per cui sono già pagati, e spesso anche più del dovuto data la loro totale impreparazione; ci si riferisce alla qualità di quei pochi servizi forniti, che mancano della giusta professionalità e motivazione; ci si riferisce alla faziosità politica con cui sono pianificati ed implementati gli interventi, quando determinati tipi di attività dovrebbero essere totalmente svincolati dalle ideologie politiche. Certamente ci sono delle eccezioni, ma queste rimangono tali in un quadro generale decisamente pessimo.

Da molti anni a questa parte un ruolo rilevante in merito ai servizi sociali è svolto (a livello locale) dai vari Piani di zona, i quali sono degli autentici carrozzoni politici, la cui portata disumana non ha pari, il cui fine non è quello di fornire servizi ai bisognosi, ma quello di sostenere i vari gruppi di potere locale che dispensano posti di lavoro, favori ad amici e compari e contribuisco ad alimentare il ben noto mercato elettorale. Anche solo dall’analisi dei fatti accaduti negli ultimi mesi nella provincia irpina si può facilmente dedurre che la situazione è come la si descrive e solo chi è direttamente coinvolto non ammetterebbe mai che nei Piani di zona tutto si fa tranne che degli interventi di solidarietà: spartizioni di poltrone, concorsi pilotati, fondi gestiti non per pagare i servizi, ma per riempire le tasche di dirigenti assunti su diretta segnalazione politica e tante altre belle cose che dirottano quei pochi denari ancora disponibili a foraggiare la macchina della corruzione, invece di cercare veramente di affrontare l’infinita serie di disagi presenti in provincia.

Un approccio più che elementare alla questione del disagio sociale fornirebbe risultati nettamente migliori se solo fosse affrontato con uno spirito umano, rispettoso del disagio del prossimo e con l’adeguata professionalità, impiegando tecniche sia qualitative che quantitative, e spinti dalle giuste motivazioni. Ma è ben nota la natura del sistema sociale in cui ci si trova, un sistema che si oppone totalmente alla risoluzione dei problemi delle persone perché si alimenta del loro disagio. E le cose non cambieranno, non miglioreranno se il popolo continuerà ad assumere un atteggiamento egoista, se le persone non inizieranno a mobilitarsi per costruire un sistema rispettoso dell’autentica natura dell’essere umano, perché l’unica alternativa possibile all’attuale squallore passa dalla mobilitazione dei singoli per un impegno di solidarietà generale vero; in altri termini, l’unico vero modo per risolvere le questioni individuali è quello dell’autentica solidarietà sociale, della solidarietà più ampia e generale possibile che non si abbassa al vile compromesso con la disumanità; ma per fare ciò bisogna essere oggi più che mai degli uomini e non delle pecore.

Hirpus

sabato 26 maggio 2012

Siculi ribelli: esempi di lotta alla massoneria


Solo chi aderisce a delle organizzazioni dedite alla pedofilia poteva concepire ed attuare un tipo di attentato come quello perpetrato sabato scorso a Brindisi. È sempre la solita ed impunita mano invisibile che ha operato per ricordare più cose, e cioè che il popolo è ostaggio di un gruppo di disumani di cui non si conosce la vera identità; che queste pseudo persone possono diffondere il terrore come e quando vogliono, come hanno sempre fatto; che non potevano celebrare se non a proprio modo la ricorrenza dei venti anni da un altro loro grande capolavoro,  come la strage di Capaci.

Si potrebbe anche affermare che gli autori hanno firmato la strage, come sempre, con un simbolismo ormai noto, infatti il giorno dopo molti quotidiani accompagnavano la notizia dell’attentato con una foto in cui erano presenti delle rose; ma sarà sicuramente stato un caso, così come il luogo scelto, una scuola intitolata alla coppia Falcone, così come il tempo, giusto venti anni dopo alla strage di Capaci, così come al fatto che l’esplosione non sia avvenuta quando sarebbe dovuta passare proprio dinanzi all’istituto Morvillo Falcone la carovana di “antimafia, ma pro massoneria”; è giustamente tutto un caso.

Ma se i disumani celebrano le loro ricorrenze sacrificando persone o peggio dei bambini, qui oggi si vuole ricordare la memoria di una persona come Giovanni Falcone evidenziando alcuni casi che sono vere battaglie di libertà, portate avanti in maniera autentica, in solitaria, con le istituzioni veramente contro, che osteggiano e si palesano per quello che veramente sono, così come fece un magistrato che scelse di fare l’uomo e non il massone, come gli altri magistrati suoi colleghi. Perché la guerra di Falcone era contro la massoneria e non semplicemente contro la mafia, perché si voleva colpire il cuore, il vero vertice di una struttura in cui la famigerata M.A.F.I.A. (Mazzini Autorizza Furti Incendi e Attentati) non è altro che manovalanza i cui vertici sono tenuti a fare si dei riti, ma per aderire alla massoneria e a rispettarne le regole e la logica disumana (quest’ultima il vero fulcro del male) altrimenti mai potranno fare i capi mafiosi, i boss.

Il primo caso riguarda Frediano Manzi, Presidente dell’associazione SOS Racket e Usura, una persona che pochi mesi fa ha fatto un vero sciopero della fame rischiando la pelle, per difendere i  diritti di migliaia di persone vittime del racket e dell’usura, e da sempre è oggetto di un’infinita serie di attentati alla sua persona e alle sue imprese. Tra le ultime intimidazioni Manzi ha subito un ferimento a colpi di arma da fuoco ed è stato speronato da un’altra macchina mentre percorreva una strada di Cesate. E la cosa grave, ma reale, è che ad una persona in questa situazione la Commissione Antimafia di Milano ha rifiutato di fatto un servizio minimo di protezione.

Secondo ed ultimo caso è quello di Lidia Undiemi e della sua lotta contro l’ESM, che sarebbe l’ennesima trovata dei burocrati di Bruxelles per scippare gli ultimi scampoli di sovranità economica - monetaria dei vari stati aderenti, dietro la scusa che questo trattato permetterà di salvare l’economie nazionali da possibili fallimenti monetari. Lidia Undiemi è un’economista siciliana che fino a poco tempo fa militava nell’Idv e da cui è fuoriuscita per protesta, causa il mancato sostegno alla sua proposta politica volta a fermare questo ennesimo scempio perpetrato dai soliti camerieri presenti nel parlamento italiano.

Le battaglie di Frediano e di Lidia ricordano la situazione in cui si è trovato Giovanni Falcone, dover combattere una battaglia avendo contro quelle persone e quelle istituzioni che dovrebbero veramente aiutarti e non ostacolarti in maniera continua e sistematica, se e solo se quelle persone e quelle istituzioni fossero sane, fossero umane, ma non lo sono! Non lo sono perché le istituzioni, che dovrebbero proteggere un cittadino impegnato in prima linea alla lotta agli sgherri mafiosi, hanno praticamente dichiarato la sua quasi condanna a morte; non lo sono perché un partito come l’Idv, invece di sostenere la più che giusta battaglia di una cittadina italiana, preferisce personaggi come Leoluca Orlando (divenuto sindaco di Palermo per l’ennesima volta), che a suo tempo si oppose con forza all’operato di Giovanni Falcone (e questo dovrebbe far capire molte cose). Ma è nota la potenza disumana, un sistema che fagocita tutto e tutti, a cui soccombe la stessa figura di Falcone, oggi venerato nelle pubbliche manifestazioni dagli stessi suoi assassini. Una quantità smisurata di falsità, tonnellate di falsità, gentilmente offerte dalla parvenza delle pezze arcobaleno agitate da mani lebbrose.
Hirpus


mercoledì 16 maggio 2012

E la strage continua!

In Irpinia il numero dei decessi legati al disagio sociale non diminuisce, negli ultimi quaranta giorni si contano ben quattro suicidi (di cui uno molto sospetto, in quanto assume tutte le forme di un omicidio) ed una morte per overdose. Il fenomeno, che il capo del governo italiano in carica si è permesso di affermare che rientra nei normali livelli della vita di tutti i giorni,  ha registrato un consistente aumento proprio in questo periodo caratterizzato da una crisi economica - sociale che non ha precedenti.

La reale natura e portata del fenomeno in questione è da sempre minimizzata, come è stato già più volte documentato dai precedenti articoli. Continuare ad affermare che il tutto è normale rincorre lo storico obiettivo di sedare a monte possibili rivolte, e remote possibilità che il popolo comprenda le reali cause e provveda ad organizzarsi. I timidi tentativi, che si sono registrati nelle ultime settimane a livello nazionale, di possibili reazioni all’elevato numero di suicidi esprimono la gravità della situazione, ma ancor più dimostrano una sostanziale incapacità da parte del popolo ad un’umana rivolta.

Aver costituito un movimento anti-equitalia, aver manifestato solidarietà ai familiari delle vittime ed essersela presa con la politica istituzionale, finendo casomai con il votare il MoVimento 5 stelle nelle ultime amministrative, sono tutti palliativi, sono tutti delle valvole di momentaneo sfogo che continuano a mantenere lo stato attuale delle cose e ad aggravarlo. C’è molta confusione e disorientamento; situazione ideale per chi deve portare avanti i propri progetti di dominio.

Eppure l’alternativa c’è, c’è sempre stata, ma non la si potrà vedere se si continua ad accettare che questo sistema sociale, che ribadiamo essere prevalentemente disumano, sia normale, sia il meglio che si possa realizzare. Se per la gente è veramente normale che una persona si suicida perché la mancanza di denaro gli scippa ogni prospettiva di vita, vuol dire che la disumanità è veramente ad un passo dal divenire assoluta.

Ma la cosa più orrenda della disumana “normalità” è la spudoratezza con la quale opera chi realizza materialmente gli interventi politici che successivamente andranno a fabbricare morti, mediante la freddezza di meccanismi anonimi quali sono quelli del diritto e dell’economia. È sufficiente pensare alle conferenze stampa tenute dall’attuale governo italiano; e forse oggi, dopo tutti questi suicidi, quelle lacrime accompagnate alla parola “sacrifici” (umani e non semplicemente economici) hanno raggiunto il loro vero significato!
Hirpus





sabato 5 maggio 2012

Mo-V: MoVimento 5 bravi massoni


Il MoVimento 5 stelle, in questo momento storico, è la formazione più pericolosa e disumana presente sullo scenario politico italiano. Si afferma ciò, non perché il movimento in questione rappresenta agli occhi di molti un’alternativa alla politica tradizionale basando la propria azione su un forte sentimento di antipolitica, fomentato ad arte dai soliti burattinai, ma per il fatto che il reale obiettivo perseguito da chi ha voluto creare questo movimento in Italia è quello di contribuire alla realizzazione del progetto politico "Gaia", cioè la disumanità assoluta sulla Terra!

Tentando di andare per ordine e di mantenere un atteggiamento tendenzialmente quanto più oggettivo possibile, si tenta di dimostrare quanto sopra affermato.
Ogni qualvolta si prova a fare un’analisi sociale, politica, economica o di qualsiasi altro fatto umano, trascurare sistematicamente la componente massonica, data la stessa conformazione della nostra struttura sociale, che è appunto piramidale,  rappresenta il primo grande errore di ogni ragionamento.

Inevitabilmente, quindi, bisogna partire da quello che è l’assioma di questa dimostrazione, da quello che è un dato di fatto, e cioè che esiste la massoneria, che la sua natura è disumana e che il suo obiettivo finale è l’affermazione della disumanità assoluta sulla Terra.

Fatta questa doverosa premessa, ora bisogna evidenziare:
1) il legame del MoVimento 5 stelle con la massoneria;
2) la natura disumana del MoVimento 5 stelle;
3) i reali obiettivi perseguiti dal MoVimento 5 stelle.


Primo punto

Il MoVimento 5 stelle è una creatura della Casaleggio Associati; questa è un'azienda di consulenza strategica di Rete per le aziende e che realizza Rapporti sull’economia digitale nazionale. Tra i suoi clienti più famosi ci sono Antonio Di Pietro e Beppe Grillo, e sua caratteristica prevalente è che definisce non tanto la forma di quello che i suoi clienti devono comunicare nella Rete e non, ma quanto il contenuto di quello che bisogna trasmettere agli utenti. Il suo legame con la massoneria internazionale è presto detto, questa azienda fa capo alla  Enamics, una società statunitense fondata nel 1999, leader del Business Technology Management (BTM). Questa, a sua volta, è il consulente di potentissime multinazionali (si legge enti paramassonici) come: Pepsico, Northrop Grumman, Dipartimento del Tesoro USA, BNP Paribas, American Financial Group, e la banca d’affari JP Morgan, che rientra nell’impero dei Rockefeller, famosi per la loro palese adesione ai vertici della massoneria mondiale.
A livello nazionale il legame tra il movimento e la massoneria sembra essere ancora meno evidente (caratteristica della massoneria è operare nell’ombra, mediante enti sociali molto grandi rapportati gli uni agli altri con infinite serie di scatole cinesi), però sintomatici sono il sostegno da parte di alcuni media, in particolare Il Fatto Quotidiano, LA 7 e molte trasmissioni di Rai Tre. Se poi si analizza la storia di alcuni dei cinque membri che compongono la suddetta azienda, il legame si palesa con estrema franchezza.
In altre parole, il movimento gode di una particolare protezione giudiziaria e di una visibilità mediatica molto sospetta, e che sinceramente non ci sarebbe se non ci fosse di fatto la volontà della massoneria nazionale.
Infine, il legame è sottolineato anche dai simboli. La maggior parte della gente non conferisce elevata importanza ai simboli, ma i massoni sono a dir poco maniacali nell’assegnare, marcare le proprie creature e le proprie azioni, proprio perché non possono mai mostrarsi direttamente come gli autentici autori di ciò che di disumano avviene nella società. Il marchio conferito al movimento in questione gira tutto intorno al numero 5. Questo in ambito esoterico significa passaggio, movimento (appunto), elevazione ad uno stadio superiore (cioè alla disumanità assoluta). E nella simbologia del movimento è rimarcato più volte, perché cinque sono le stelle, le stelle sono a cinque punte (storico, tradizionale simbolo per antonomasia della massoneria) e cinque è il numero romano “ V “ messo in evidenza nella parola “MoVimento”; inoltre, l’espressione “Mo-V” è un altro tipico modo di firmarsi della massoneria.

Secondo punto

Per definire la natura massonica, e quindi disumana, del MoVimento 5 stelle è necessario sottolineare gli elementi di ipocrisia e di effettiva natura violenta presenti nell’azione politica del movimento.
La portata di ipocrisia è a dir poco consistente. Non c’è un minimo di verità nelle tesi sostenute da questo movimento. Tutte le affermazioni nascondono l’esatto contrario di ciò che si vuole nei fatti realizzare, cioè una società assolutamente disumana.

È difficile cogliere questa essenza ambivalente, perché la parvenza di umana bontà, conferita dall’apporto dei suoi militanti, copre molto bene i reali fini dei burattinai del movimento. Ma questo non è un fenomeno nuovo, per ottenere la realizzazione dei propri fini i massoni hanno sempre arruolato agenti convinti della bontà della propria azione. Giusto per citare qualche esempio storico, è sufficiente pensare ai liberali durante la Rivoluzione francese, ai militanti fascisti degli anni Venti e agli stessi militanti comunisti nelle varie rivoluzioni compiute in tutto il mondo in nome di una giustizia sociale che poi si è sempre dimostrata per quella che veramente era: l’ennesima illusione massonica.

Quindi, il rifiuto per la politica tradizionale; la patologica esaltazione delle potenzialità della Rete; la condanna dei media classici (senza però sottolineare l’elevata visibilità che questi gli forniscono, per i motivi precedentemente esposti); il conferire agli organi giudiziari un’importanza assoluta, perché i condannati in via definitiva non hanno diritto di fare politica (come se poi gli organi giudiziari non fossero espressione del potere massonico, invalidando il valore stesso delle sentenze, perché manipolate nel 99% dei casi); sostenere la cosiddetta “energia verde”; l’apertura alla moneta elettronica (che indirettamente significa dire si ai bio-chips), l’esaltazione dei nuovi mezzi di trasporto, sono tutti obiettivi che apparentemente perseguono il bene dei cittadini, ma che nei fatti andranno ad imprigionare l’essere umano, come mai prima, in una struttura assolutamente disumana, obbligando le persone a far parte di un sistema senza il quale non potranno soddisfare nessun tipo di bisogno, se non alle condizioni imposte dal sistema stesso.

Se per ipocrisia qui si è inteso l’affermare qualcosa, ma perseguire nei fatti l’esatto contrario; per violenza si intende negare l’autentica natura dell’essere umano ed imporre a questo una realtà ad esso estranea. Ciò può essere dimostrato principalmente dagli accenni del tipo di società che vogliono realizzare, ma anche dal modo in cui il movimento oggi si relaziona con le persone e gli altri enti sociali, ritenendosi depositario dell’unica alternativa politica oggi presente in Italia, camuffata dalla pseudo partecipazione democratica della Rete. E non a caso, il tarkett politico prevalente di riferimento del MoVimento 5 stelle è quello dei cosiddetti “neo-comunisti”, maestri nel ritenersi dispensatori di verità assolute e di una cattiveria viscida e subdola (questi, data la loro natura, da sempre i migliori agenti massonici presenti sulla piazza).

Terzo punto

Il reale obiettivo del MoVimento 5 stelle è fornire, a livello nazionale, il proprio cospicuo contributo al raggiungimento di quella struttura sociale che la massoneria internazionale persegue da secoli. Quindi, praticamente il movimento non è una vera alternativa, ma è estremamente in linea con la tendenza internazionale che punta al pieno raggiungimento della società dei “morti viventi”.
In merito non ci sono fatti espliciti, né ci sono documenti ufficiali o atti certificati (certificati poi da chi? Dagli stessi notai massoni?), ma bisogna saper leggere tra le righe delle opere di  persone che sono estremamente vanitose e che non lasciano mai nulla al caso, ma anzi sono particolarmente meticolose e dimostrano sempre di avere un amore universale per la conoscenza, in particolar modo per le scienze umane, e amano scrivere, comunicare anche se non in maniera esplicita.

E nel caso specifico, la dimostrazione che il MoVimento 5 stelle persegue il suddetto obiettivo è data dall'adesione della Casaleggio Associati al progetto “Gaia: il futuro della politica” (in merito si consiglia la visione integrale del video qui presente). Il video in questione esprime in maniera al quanto fantasiosa l’evoluzione della politica mondiale dei prossimi 40 anni, ma quello che potrebbe sembrare un cartone animato per malati di mente è la reale intenzione di un movimento che, come riporta il video, punta a: “… creare una rete mondiale denominata Earthlink, e per essere tu devi essere in questa rete o non avrai identità!”.


Inquietante! Certamente, ma questa è la tendenza che va per la maggiore tra i governanti del mondo! Raggiungere finalmente la società in cui i massoni, i disumani più alti in grado non dovranno più nascondersi, per questo motivo nel video si afferma che non esisteranno più le società segrete! Esisterà un unico grande sistema mondiale, gestito direttamente dal voto di ogni singola persona! Bello, ci sarà la democrazia diretta; peccato, però, che sarà una democrazia diretta passiva, e non attiva con persone effettivamente libere di scegliere!

In conclusione, qui si è voluto tentare di dimostrare che c’è ben poco, anzi proprio nulla di buono in un fenomeno politico e sociale che è l’ennesimo prodotto della massoneria. E che, quindi, bisogna ricercare l’alternativa alla disumanità in maniera diversa. Bisogna sistematicamente sospettare di tutto ciò che viene promosso dalla massoneria, dai suoi affiliati e i suoi agenti. La  vera alternativa deve essere costruita con la partecipazione e soprattutto con il rispetto dell’autentica natura dell’essere umano; l’alternativa vera non può, per sua stessa definizione, essere ipocrita e violenta come la massoneria, come oggi è il MoVimento 5 stelle!
Hirpus

sabato 28 aprile 2012

Amministrative 2012: politica o antipolitica?


Fino a ieri, quando bisognava andare a votare, la maggior parte degli aventi diritto erano assillati dal dubbio di scegliere se votare a destra o a sinistra. Ma oggi, che la politica italiana è sotto attacco e sta per essere abbandonata dai suoi creatori ed effettivi beneficiari, per questo sottoposta ad una forte critica mediatica e popolare, perché ritenuta erroneamente l’unica e vera responsabile dell’attuale crisi economica (la politica ha solo eseguito, ma chi come sempre ha tirato le file sono altri), il dubbio degli elettori si è tramutato in: votare la politica o l’antipolitica?

Il dilemma, ovviamente, è solo apparente; oggi come ieri le alternative proposte al popolo ovino sono ben controllate sin dalla fonte. La massoneria italiana non avrebbe mai lasciato il magma dell’antipolitica nelle mani di qualche ingenuo idealista, pronto a far scoppiare un casino che potrebbe minacciare l’ordine disumano. I massoni, da buon architetti della società, hanno ormai da tempo pianificato tutto e affidato a cinque loro fratelli il relativo progetto esecutivo. Questi, a loro volta, hanno reclutato un grigio cespuglio a cui hanno affidato il compito di creare e capeggiare un movimento che hanno chiamato cinque stelle (la stella a cinque punte è un tipico simbolo massonico; e a questa gentaglia è sempre piaciuto marcare, in un modo o nell’atro, le proprie creature). Ma questo sarà l’argomento del prossimo articolo.

Quello che qui interessa, in merito all’elezioni amministrative 2012 che vede coinvolti alcuni comuni della nostra provincia, è evidenziare l’inutilità pratica dell’istituto del voto. Ciò perché manca sempre una vera alternativa alla politica disumana espressa dai vari schieramenti, che si presentano alle varie competizioni elettorali; schieramenti divisi solo in apparenza, giusto per fornire una parvenza di scelta all’elettore. Nei fatti, nella sostanza tutti gli schieramenti politici fanno parte di un’unica grande categoria che è quella della politica disumana. Rarissime sono state le liste elettorali che hanno tentato azioni umaniste, e che per ovvi motivi hanno avuto sempre vita difficile ed un esito negativo, perché il sistema elettorale e le norme deputate alla gestione degli enti locali non consentono l’effettivo esercizio della libertà delle singole comunità.

Evidenziato tutto ciò, si invitano tutti i cittadini della nostra cara provincia, che saranno chiamati a rinnovare i vari organi elettivi dei propri comuni, a non disertare le urne, perchè bisogna andare a votare, anche se il voto è solo un dovere civico e non un obbligo; solo che, invece di esprimere la preferenza per un candidato, sarebbe meglio scrivere quanto segue:

IO NON PAGO PIU’ LE TASSE!

Questo è un buon modo per iniziare una protesta che potrebbe condurre finalmente la comunità irpina all’inizio di una nuova era!

Hirpus

giovedì 19 aprile 2012

La natura disumana dell’Unione Europea

Come ogni buon progetto della massoneria, anche quello dell’Unione Europea all’inizio è stato presentato, in tutto e per tutto, per quello che non era. Hanno affermato che con l’avvento dell’unione degli stati europei si sarebbe finalmente raggiunta la piena pace e democrazia in un continente che è stato il principale scenario, negli ultimi cento anni, di due guerre mondiali e dei delitti più atroci mai compiuti dal genere disumano (anche se fin oggi sono stati accertati solo gli esecutori materiali e non i reali mondanti e beneficiari di quei tragici eventi).

Hanno affermato che con l’UE ci sarebbe stata maggiore giustizia, maggiore integrazione tra i popoli europei, un’agricoltura biologica e sana, una moneta unica libera e forte, delle istituzioni più efficienti, degli organi elettivi più democratici, maggiori diritti per i cittadini europei e tante altre fesserie che dipingevano l’UE come il paese dei balocchi!

Ma il tempo svela ogni ipocrisia. I nefasti effetti delle politiche disumane dell’UE sono oggi davanti agli occhi di tutti. Oggi l’UE è sinonimo di totale ingiustizia, con le sue politiche fomenta l’odio tra i popoli europei; ha di fatto annientato l’agricoltura e gli agricoltori europei; ha imposto una moneta che fa innalzare in maniera drammatica il debito pubblico dei singoli stati, continuamente minacciati dal fallimento economico; le sue istituzioni sono nelle mani di pochi gruppi di potere; gli organi elettivi non esistono, massoni nominano altri massoni nelle cariche più importanti, e se esistono non hanno nessun effettivo potere, vedi parlamento europeo; le libertà individuali saranno praticamente annientate in pochi anni, ed è prevista persino la pena di morte per chi fomenta, organizza e partecipa alle sommosse popolari!

Ciò che oggi rammarica più di tutto è la totale inerzia dei popoli europei. È iniziato l’ultimo capitolo del progetto Gaia e i popoli europei, quello irpino compreso, finiranno col perdere anche gli ultimi brandelli di libertà individuale, dato che le libertà sociali sono da tempo totalmente soppresse, perché le istituzioni sono creature generate e gestite dai massoni! E l’unica alternativa è un atto di ribellione che deve assumere le forme del non pagamento delle tasse, l’istituzione di una moneta di popolo e la costruzione di istituzioni sociali fondate sul rispetto dell’autentica natura dell’essere umana.

Perché non c’è alternativa alla disumanità, oggi perpetrata dai massoni, se non l’Umanità, se non la costituzione di una società fondata su principi di Identità, di Solidarietà e di Libertà che siano veri, totalmente autentici! Non c’è altra strada per sconfiggere la violenza e l’ipocrisia di questa società disumana, se non con un collettivo atto di umanità e ottenere finalmente Liberi popoli in Umana repubblica!
Hirpus

domenica 15 aprile 2012

Brigantaggio in Irpinia


Quando si sente parlare di brigantaggio si pensa a quanto accaduto nell’Italia meridionale dopo il 1861. In realtà questo fenomeno sociale e politico ha origini molto antiche, già all’epoca dei romani c’erano fenomeni che vedevano protagonisti i briganti, allora denominati sicari o latrones. Anche dopo la caduta dell’impero romano fino al Secondo Dopoguerra, continui furono gli episodi di protesta sociale contro i dominatori di turno.

Quindi, risulta essere decisamente riduttivo definire il brigantaggio solo come una forma di banditismo post unitario, ed in termini storiografici potrebbe avere una portata molto più ampia se si considera il fenomeno in questione come una particolare forma di protesta sociale contro il disumano ordine costituito, in qualsiasi tempo e luogo.

Ciò premesso, in Irpinia il fenomeno del brigantaggio inizia a manifestarsi proprio con l’affermarsi dell’Impero romano. Dopo la sconfitta del popolo irpino gli episodi, i tentativi di quest’ultimi di riprendersi la libertà furono innumerevoli e particolarmente intensi. Ma quei primi atti di brigantaggio non ebbero un esito positivo e rappresentarono l’inizio di una lunga storia fatta di molte lotte sconosciute, che ebbero sempre l’obiettivo di opporsi alla povertà perpetrata dal regnante di turno, anche se troppo spesso con esiti negativi.

Sicuramente, gli ultimi fenomenici di brigantaggio di maggiore rilevanza furono proprio quelli avvenuti nell’Italia post unitaria. Senza entrare nei dettagli degli innumerevoli episodi avvenuti nella neo provincia del Regno sabaudo, a sua volta colonia inglese, il brigantaggio di quel periodo continuò quella antica lotta di libertà del popolo irpino.

Da molti anni, ormai veramente troppi, non sono presenti più veri briganti, e molte meno sono le lotte, le autentiche battaglie fatte in nome del riscatto dell’identità, della dignità del popolo irpino. Oggi ci sarebbe veramente bisogno di quella forza d'animo, di quel coraggio che è stato totalmente fiaccato da oltre un secolo di compravendite e pseudo benessere; finto benessere che in questi ultimi anni si mostra per quello che veramente è: volontà di affermare l’assoluta disumanità!

È auspicabile un ritorno di una nuova ondata di brigantaggio, la diffusione di un rinnovato sentimento di libertà, di umana giustizia proprio in questo periodo che il nuovo potere disumano, incarnato soprattutto nelle istituzioni dell’Unione europea, sta attentando agli ultimi scampoli di libertà del popolo irpino.
Hirpus

martedì 10 aprile 2012

Giallo Claire possibile omicidio rituale


Dopo oltre un mese di indagini il caso Claire Martin è ancora un enigma insoluto. Il giallo della donna di origini inglesi, trovata morta con ben otto presunte coltellate (gli esperti parlano di graffi) e un taglio netto alla carotide (questa vera causa del decesso), davanti all’abitazione dei suoceri alla frazione Carpignano di Grottaminarda, è sempre più complicato; non sono state sufficienti le perizie dei RIS, i numerosi esami del cadavere,  le analisi sull’arma, nè tanto meno le indagini della Procura di Ariano Irpino, che hanno passato ai raggi x tutta la vita della giovane madre.

Questa serie di fallimenti investigativi, sommati alla volontà da parte della procura e dei media di far passare il tutto come un suicidio (suicidio molto improbabile a detta degli stessi esperti in criminologia), pongono le basi per l’ipotesi che quanto accaduto possa essere stato un omicidio rituale. Questo tipo di delitto è quasi sconosciuto agli atti dei nostri tribunali (perché spesso vede protagonisti persone della stessa magistratura, o comunque c’è una magistratura complice che protegge), ma è nei fatti una delle tipologie più frequenti, espressione più intima della natura disumana che governa la nostra società.

Un mondo, quello dei delitti rituali, estremamente complesso ricco di simbologie, di sottili tecniche di manipolazione e che ha più fini, come quello di comunicare messaggi tra i gruppi di potere, come quello di propiziarsi gli eventi, offrendo in sacrificio le vittime designate, e che vede come principali esecutori gli agenti dei servizi, addestrati molto bene ad eseguire tagli alla carotide.

È difficile, anche solo accettare, che esista tutto un mondo fatto di torture, omicidi, pedofilia e che questo coincida perfettamente con il mondo delle organizzazioni che governano tutti i settori della struttura sociale, ma è un mondo che esiste, e non è il frutto delle chiacchiere di quattro complottisti che amano fantasticare e costruire teorie basate sul nulla.

Ci sono un’infinità di prove, testimonianze, documenti, fatti che dimostrano l’esistenza delle pratiche di chi aderisce alla disumanità. Una testimonianza attendibile può essere quella fornita da Paolo Ferraro, importante magistrato romano, che dopo una serie di indagini che lo condurranno a scoprire la verità sul delitto di Melania Rea, sarà vittima di un serio tentativo di boicottaggio, a cui sembra essere scampato anche grazie al fatto di essersi messo a parlare e a fare conferenze. In merito si consiglia di visionate per intero il video di una sua ultima conferenza presente alla base di questo articolo.

Paolo Ferraro ha maturato una buona visione generale di come sia organizzato il potere disumano, apprezzabile è il suo impegno sociale nel costruire un’alternativa, ma il suo apporto più importante è costituito dalla sua esperienza personale, come magistrato impegnato ad indagare le pratiche dei suoi colleghi e di apparati militari protagonisti del satanismo romano.

È importante tener conto della realtà effettiva in cui si è immersi, anche perché in Irpinia il clima sociale è divenuto insopportabile. Pochi giorni fa ad Avellino c’è stato un altro suicidio sospetto, con segni molto simili a quelli del caso Claire, con un altro taglio alla gola inflitto ad una professoressa del capoluogo irpino.
Hirpus

lunedì 2 aprile 2012

Quindici giorni di fuoco

Nelle due ultime settimane appena trascorse in Irpinia, dal fronte delle più gravi emergenze sociali, si registrano due tentati suicidi, due suicidi e una morte per possibile overdose.
Superfluo ricordare che il tutto è avvenuto nella più totale normalità, fatti di ordinaria cronaca per la stampa locale, eventi lontani dalle istituzioni impegnate in attività più “serie e rilevanti”, disgrazie che i politici non considerano materia di loro pertinenza.

Eppure basterebbe poco, sarebbe sufficiente che ognuno facesse la propria parte per attuare un piano che sia realmente rivolto alla risoluzione delle questioni sociali che tanto affliggono la nostra provincia. Se ci fosse una volontà sociale, ancor prima che politica, di affrontare la questione si troverebbe la strada per mobilitare tutte le risorse necessarie e per reperire le figure professionali più adeguate presenti in provincia, in modo da procedere alla costituzione di uno o più osservatori sociali che delineino l’effettivo quadro della situazione e soprattutto i provvedimenti che i vari apparati amministrativi, siano essi pubblici privati o misti, devono attuare per l’effettiva soluzione della questione sociale irpina.

Ma altre sono le priorità, altri gli obiettivi come l’intensificarsi dell’azione delle forze di polizia proprio in occasione del cambio della guardia della prefettura avellinese, o peggio attuare qualche retata per finire col denunciare qualche spacciatore, già ben noto alla questura, solo in seguito all’ennesima vittima della droga.
Niente di nuovo, al clima di normalità, si aggiunge la dovuta dose di ipocrisia, quest’ultima altro elemento portante della nostra cara società, che puntualmente accresce la sua portata in occasione di eventi tragici o per l’autocelebrazione delle proprie strutture disumane.

Fa ancora più orrore pensare che quanto accaduto è avvenuto in prossimità della Pasqua, ricorrenza religiosa che estende il suo messaggio di pace e serenità anche al mondo civile. E non si può fare altro che augurare, a tutti coloro che sono responsabili di una struttura sociale votata al dolore e alla sofferenza, di trascorrere i prossimi giorni di festa nelle medesime condizioni materiali e soprattutto morali delle famiglie vittime dei casi sociali più gravi!
Hirpus

martedì 20 marzo 2012

Equitalia Avellino: Dobermann di Stato


È più che doveroso fornire delle precisazioni in merito alla notizia di quanto accaduto l’altro ieri presso la sede Equitalia di Avellino. Quella che altro non è stata se non una birichinata, è stata puntualmente forviata dalla stampa locale e riportata per quella che non è. Un misero falò e un sasso gettato contro l’ingresso della locale sede di Equitalia, per gli organi di informazione si è subito tramutato in un grave atto vandalico, c’è persino chi ha osato impiegare il termine attentato, ovviamente in maniera totalmente impropria.

Ciò è l’ennesima riprova che la stampa ufficiale, quella locale inclusa, è totalmente assoggettata a delle logiche estranee ai doveri d’informazione e rispettose solo delle direttive provenienti dai vari gruppi di potere che passano lo stipendio a degli scribi che hanno sempre lavorato sotto dettatura.

Ma questo tentativo, tanto goffo quanto ridicolo, della stampa locale di legare quanto accaduto al caso Equitalia, è il chiaro segnale che è in atto, da alcuni mesi a questa parte, un’azione mediatica, e non solo, volta a far passar per vittima chi invece sta letteralmente torturando migliaia di famiglie italiane.

L’ipotesi che le innumerevoli “bombe” recapitate alle varie sedi di Equitalia abbiano il reale fine di minare la protesta, più che giusta, dei comuni cittadini contro il Dobermann di Stato (Karl Friedrich Louis Dobermann è stato il creatore dell’omonima razza di cani che lo aiutavano nel suo lavoro di esattore) a molti potrebbe sembrare una forzatura con un retrogusto complottistico. Ma sarebbe più che sufficiente, come sempre, limitarsi a considerare i fatti e le strategie dei servizi segreti, puntualmente impiegate in casi simili nell’arco della storia del nostro Paese.

Bisognerebbe iniziare a porsi delle domande, come: le tasse sono umanamente lecite? Le tasse avrebbero più un senso, una funzione con un’organizzazione nazionale che ha piena sovranità monetaria? Quindi, qual è la reale funzione delle tasse, in una società disumana, se non quella di rubare ai poveracci, se non quella di sottomettere le persone?

Quanto sta accadendo intorno ad Equitalia è la dimostrazione più estrema, lampante ed inconfutabile che l’istituto delle tasse non ha nessun senso se non quello di mantenere le persone in un continuo stato di bisogno e di disperazione. Quindi, non è semplicemente un diritto, ma un dovere esistenziale non pagare le tasse e rivoltarsi contro tutto e tutti coloro che ne pretendono il pagamento come Equitalia!

Ma in un regime sostanzialmente usuraio popolato da un’infinita schiera di ovini, il vero delitto è anche solo scrivere di diritti esistenziali! E dove l’unica cosa che conta è mettere alla gogna chi sente, giustamente con i modi che ritiene più opportuni, di esprimere e sfogare la rabbia di una profonda iniquità sociale!
 Hirpus