venerdì 16 marzo 2012

Suicidio, ovvero un altro omicidio sociale

La scorsa settimana la nostra provincia ha registrato un altro suicidio. Prendendo per buono quanto accertato dalle autorità, e cioè che il 37enne rinvenuto cadavere in un’abitazione a Contrada Novesoldi, ad Atripalda, si sia suicidato e per motivi di natura economica, è doveroso fare almeno una breve riflessione su quello che non è un raro caso isolato, ma ormai da tempo una triste consuetudine nella provincia irpina.

Generalmente, il suicido è percepito come un gesto molto intimo e individuale, ma è realmente così? Difatti,  è  più che sufficiente una breve e semplice riflessione su quanto accaduto, per considerare il suicidio per quello che semplicemente è: un fatto di rilevanza sociale, che quindi vede coinvolti più attori, legati tra loro da un meccanismo, tanto lineare quanto nefasto nelle sue conseguenze, di causa ed effetto.

Nel caso specifico gli effetti sono chiari, la mancanza di una prospettiva economica che, in una società in cui tutto gira intorno al meccanismo monetario, preclude in sostanza la possibilità di soddisfare bisogni importanti per una persona quali sono quelli sociali ed affettivi. Credere di non avere più la possibilità di potersi sposare, avere e crescere dei figli, ritagliarsi un ruolo funzionale all’interno della società con una propria attività o un proprio lavoro, può far calare la notte nell’animo di una persona che non vede più un valido motivo per continuare a vivere.

Difficile non è individuare le reali cause e ancor più i colpevoli di questo, come di altri omicidi sociali, ma quanto tentare di provare ad accettare, ovviamente sempre sulla base di una valida dimostrazione, che il meccanismo monetario è uno dei tanti strumenti mediante i quali mantenere le persone in un continuo stato di bisogno e di insoddisfazione; e che ci sono “persone”, che hanno un nome ed un cognome, che impiegano tali strumenti e che sono pienamente coscienti di quello che fanno, e che hanno la loro ampia fetta di responsabilità, quando qualcuno finisce per suicidarsi.

La funzione del denaro non è quella di mero mezzo, di solo e semplice tramite per soddisfare delle necessità umane, come dovrebbe essere in un sistema sociale rispettoso della natura dell’essere umano. In una società come quella odierna, ch’è prevalentemente disumana, la reale funzione del denaro è quello di sottomettere le persone, di rendere le persone schiave a meccanismi percepiti generalmente come necessari, e dove qualcuno, per la reale disperazione, ci rimette la propria vita!

Hirpus



 

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