Nelle due ultime settimane appena
trascorse in Irpinia, dal fronte delle più gravi emergenze sociali, si registrano
due tentati suicidi, due suicidi e una morte per possibile overdose.
Superfluo ricordare che il tutto
è avvenuto nella più totale normalità, fatti di ordinaria cronaca per la stampa
locale, eventi lontani dalle istituzioni impegnate in attività più “serie e
rilevanti”, disgrazie che i politici non considerano materia di loro
pertinenza.
Eppure basterebbe poco, sarebbe
sufficiente che ognuno facesse la propria parte per attuare un piano che sia
realmente rivolto alla risoluzione delle questioni sociali che tanto affliggono
la nostra provincia. Se ci fosse una volontà sociale, ancor prima che politica,
di affrontare la questione si troverebbe la strada per mobilitare tutte le
risorse necessarie e per reperire le figure professionali più adeguate presenti
in provincia, in modo da procedere alla costituzione di uno o più osservatori
sociali che delineino l’effettivo quadro della situazione e soprattutto i
provvedimenti che i vari apparati amministrativi, siano essi pubblici privati o
misti, devono attuare per l’effettiva soluzione della questione sociale irpina.
Ma altre sono le priorità, altri
gli obiettivi come l’intensificarsi dell’azione delle forze di polizia proprio
in occasione del cambio della guardia della prefettura avellinese, o peggio attuare
qualche retata per finire col denunciare qualche spacciatore, già ben noto alla
questura, solo in seguito all’ennesima vittima della droga.
Niente di nuovo, al clima di
normalità, si aggiunge la dovuta dose di ipocrisia, quest’ultima altro elemento
portante della nostra cara società, che puntualmente accresce la sua portata in
occasione di eventi tragici o per l’autocelebrazione delle proprie strutture
disumane.
Fa ancora più orrore pensare che
quanto accaduto è avvenuto in prossimità della Pasqua, ricorrenza religiosa che
estende il suo messaggio di pace e serenità anche al mondo civile.
E non si può fare altro che augurare, a tutti coloro che sono responsabili di
una struttura sociale votata al dolore e alla sofferenza, di trascorrere i prossimi
giorni di festa nelle medesime condizioni materiali e soprattutto morali delle
famiglie vittime dei casi sociali più gravi!
Hirpus
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