lunedì 2 aprile 2012

Quindici giorni di fuoco

Nelle due ultime settimane appena trascorse in Irpinia, dal fronte delle più gravi emergenze sociali, si registrano due tentati suicidi, due suicidi e una morte per possibile overdose.
Superfluo ricordare che il tutto è avvenuto nella più totale normalità, fatti di ordinaria cronaca per la stampa locale, eventi lontani dalle istituzioni impegnate in attività più “serie e rilevanti”, disgrazie che i politici non considerano materia di loro pertinenza.

Eppure basterebbe poco, sarebbe sufficiente che ognuno facesse la propria parte per attuare un piano che sia realmente rivolto alla risoluzione delle questioni sociali che tanto affliggono la nostra provincia. Se ci fosse una volontà sociale, ancor prima che politica, di affrontare la questione si troverebbe la strada per mobilitare tutte le risorse necessarie e per reperire le figure professionali più adeguate presenti in provincia, in modo da procedere alla costituzione di uno o più osservatori sociali che delineino l’effettivo quadro della situazione e soprattutto i provvedimenti che i vari apparati amministrativi, siano essi pubblici privati o misti, devono attuare per l’effettiva soluzione della questione sociale irpina.

Ma altre sono le priorità, altri gli obiettivi come l’intensificarsi dell’azione delle forze di polizia proprio in occasione del cambio della guardia della prefettura avellinese, o peggio attuare qualche retata per finire col denunciare qualche spacciatore, già ben noto alla questura, solo in seguito all’ennesima vittima della droga.
Niente di nuovo, al clima di normalità, si aggiunge la dovuta dose di ipocrisia, quest’ultima altro elemento portante della nostra cara società, che puntualmente accresce la sua portata in occasione di eventi tragici o per l’autocelebrazione delle proprie strutture disumane.

Fa ancora più orrore pensare che quanto accaduto è avvenuto in prossimità della Pasqua, ricorrenza religiosa che estende il suo messaggio di pace e serenità anche al mondo civile. E non si può fare altro che augurare, a tutti coloro che sono responsabili di una struttura sociale votata al dolore e alla sofferenza, di trascorrere i prossimi giorni di festa nelle medesime condizioni materiali e soprattutto morali delle famiglie vittime dei casi sociali più gravi!
Hirpus

Nessun commento:

Posta un commento