Continuare ad insistere che dopo
venti anni dall’attentato di via D’Amelio non ci sia ancora ufficialmente un
perché a quella strage è francamente inaccettabile. Nonostante i fatti inerenti
le trattative tra lo Stato e la mafia dei primi anni Novanta abbiano ampiamente
accertato quanto sia accaduto, tutti gli attori che oggi sono impegnati a
commemorare la scomparsa di Paolo Borsellino operano per seppellire una verità
che da anni ormai si è affermata con forza.
Parenti di Borsellino,
associazioni che dicono di opporsi alla mafia, ma che promuovono la logica
massonica, i politici e gli stessi magistrati sono oggi tutti indaffarati a
nascondere il perché Paolo Borsellino è stato ucciso, e soprattutto da chi, chi
sono stati i reali mandanti di quella ennesima strage all’italiana.
L’accusa è certamente grave, ma è
supportata, come sempre da fatti, da atti ufficiali, nello specifico ci si
riferisce alle denunce presentate dal Generale Antonio Pappalardo che sono
cadute più volte nel vuoto, letteralmente ignorate dalla magistratura.
A tal proposito, proponiamo le
dichiarazioni del Generale dell’Arma (nel video presente in questo articolo che
si consiglia di ascoltare per intero), in cui riporta la sua vicenda personale
degli anni delle stragi, gli impliciti legami massonici tra i vari organi dello
Stato, e in maniera molto esplicita che Borsellino fu ucciso perché si oppose a
quella che oggi è ufficialmente definita la “presunta trattativa tra Stato e
mafia”.
Si potrebbe
rispettare la memoria di una persona come Borsellino evitando tante chiacchiere
inutili ed ipocrite, tante manifestazioni vuote, e soprattutto iniziando ad
abbandonare quei atteggiamenti disumani a cui si è tanto abituati, affrancandosi dalla logica del compromesso, cacciando la
testa dalla sabbia, finendo di fare le pecore, i caporali e provare ad essere
ciò che semplicemente si è: degli esseri umani; ma per farlo bisogna avere il
coraggio che ha dimostrato Paolo Borsellino!
Hirpus
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