L’anno appena trascorso per
l’Irpinia è stato decisamente tragico. Circa trenta suicidi, forte aumento
dell’emigrazione, chiusura di numerose attività, migliaia di licenziamenti,
declino delle già malmesse istituzioni locali, soppressione e ridimensionamento
di numerosi servizi essenziali sull’intero territorio provinciale, consistente
aumento della povertà, crescita del disagio sociale.
Ma non è successo nulla, è tutto
passato, e la giostra continua a girare!
È iniziato un nuovo anno e le
previsioni non sono buone. All’orizzonte si prevedono numerosi rincari,
l’introduzione di nuove imposte e soprattutto l’ulteriore diminuzione della
liquidità sul mercato. In aggiunta, alle porte ci sono l’elezioni politiche, le
quali, indipendentemente dall’esito, determineranno degli autentici scempi,
fornendo un ulteriore contributo alla costruzione della disumanità totale,
vedasi riconoscimento legale delle coppie androgine, cittadinanza agli
immigrati, imposizione dell’uso della carta di credito, l’ulteriore aumento del
patologico uso della rete e delle tecnologie digitali. E giusto per rispettare
la tragica tradizione irpina, il 2013 si è aperto con il suicidio di un operaio di Contrada.
Ma il popolo, gli irpini dove
sono? Ma dove vivono? Sembra proprio che tutto ciò appartenga ad un’altra
dimensione. Evidentemente, molte sono ancora le risorse a disposizione delle
famiglie e delle imprese della nostra provincia, o almeno ancora a molte di
queste. E rinviare il problema non farà altro che peggiorare la situazione. I
cittadini dovrebbero prendere atto della situazione in cui ci si trova, il
prima possibile, e mobilitarsi per tentare di costruire una sana, umana
alternativa. Ma non ci sono segnali in tal senso, c’è ancora una popolazione
convinta a mantenere in piedi una società fondata sulla violenza e l’ipocrisi;
una popolazione che continua ad illudersi che sia sufficiente votare il PD, il
PDL o il M5S per cambiare qualcosa; una popolazione ostinata a credere che con il continuare a pagare le
tasse, e farle pagare a tutti, si possano salvare le strutture macro economiche
di una delle tante colonie inglesi chiamata Italia.
E il popolo irpino si diletta
continuando a produrre sterile chiacchiericcio su eventi di poco conto,
trovando in ciò la storica distrazione alle pene di tutti i giorni. È molto più comodo illudersi che i
problemi non esistano, o che riguardino essenzialmente gli altri. Ormai da
tempo un fiero popolo guerriero ha sostituito il coraggi con l’invidia nel
prossimo, sottomettendosi alle logiche e gli interessi della disumanità e dei
suoi maestri invisibili!
L’augurio, paradossalmente, per
questo nuovo anno è che la “CRISI” aumenti drasticamente con l’auspicio di
raccogliere una sana azione di rivolta, oppure l’estinzione di entità non più
umane che hanno prodotto un oceano di flaccidume in cui loro stessi troveranno una
tragica fine.
Hirpus
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